IL BUDDHISMO TIBETANO

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IL BUDDHISMO TIBETANO2019-10-02T15:04:23+02:00

Buddha è stato senza dubbio un grande rivoluzionario: ha lasciato alle spalle la ricchezza materiale ed il potere di un regno, ma soprattutto, in un’India popolata dalle migliaia di Dei del pantheon Induista, gestito dai potenti brahamini, i sacerdoti dell’epoca, ha negato l’esistenza di un Dio creatore, per mettere nelle mani di ogni uomo la responsabilità dei suoi pensieri e delle sue azioni.

Nasce la legge del Karma: il bene e il male sono la conseguenza delle nostre azioni, e il Buddha arriva ad affermare: “Non credete ai testi sacri, possono essere manipolati. Cercate con le vostre forze la verità e sperimentatela.” Su tratta di un messaggio forte che spinge alla ricerca e alla libertà in ogni campo, non solo in quello spirituale, anche in quello ideologico, perchè è dentro di noi che si trovano le risposte. “Ogni Uomo è un Buddha inconsapevole -dicono i Maestri – eliminare il veleno dell’ignoranza dalla nostra mente significa scoprire Buddha in noi e in ogni essere vivente.”

E’ la fiducia verso l’essere umano, non più lupo o peccatore. E’ l’apertura verso la creazione di una società costruita sull’attenzione verso gli altri. E’, alla fine, la conquista della meta inseguita da ogni uomo: la liberazione dalla sofferenza e la conquista della felicità, ottenuta capendo ed aiutando il prossimo. E’ una felicità personale, ma sempre condivisa, la vera ricchezza spirituale. Il Grande Veicolo, il Mahayana, enfatizza il compito di portare ogni essere vivente alla liberazione dalle sofferenze e spinge l’individuo a lavorare profondamente su se stesso, ma sempre con la motivazione di aiutare gli altri.

Per questo il Buddismo perde il suo connotato di religione per diventare, a seconda delle pratiche, scuola di pensiero, filosofia, psicologia, o una vera e propria dottrina sociale volta a creare una comunità di uomini attenti ai bisogni di tutti e in armonia con il Creato. La figura centrale del Buddismo Mahayana è, infatti, il Boddisattva: colui che rinuncia al conquistato Nirvana e ritorna sulla terra per svolgere il suo compito di aiuto spirituale e materiale, un uomo che sa scegliere, sulla base del momento e del luogo dove vive, i mezzi più idonei a raggiungere i suoi scopi altruistici.

Il Dalai Lama è considerato un Boddisattva: basta ricordare la sua instancabile opera per la pace, l’uso dei mezzi di comunicazione di massa, i viaggi nel mondo, l’attenzione verso le moderne tecnologie. Anche grazie a lui, il Buddismo sta riscuotendo sempre maggior consensi in Occidente, affascinato dalla serenità di una via spirituale non dogmatica e mai in antitesi con le altre fedi o con l’ateismo stesso. “Sviluppare un buon cuore”, è l’esortazione del Dalai Lama, che sempre invita a non lasciare la propria religione, ma ad approfondirla fino a comprenderne l’essenza: un messaggio di per si ecumenico, spirituale e laico insieme, lontano da ogni desiderio di proselitismo.