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LA STORIA DELLA TRADIZIONE KALACHAKRA
Il sistema Kalachakra è chiaramente connesso all’antica tradizione Vedica dell’India, che esisteva molto tempo prima della comparsa del Buddismo.
Kalachakra si riferisce a numerose tradizioni, ad esempio quelle Hindu, Saivite, Samkya, Vaishnava, Veda, Upanishad e Purana, ma anche al giainismo. Difatti, il mandala Kalachakra comprende divinità riconosciute sia dagli Hindu, dagli giainisti e dai Buddisti.
Vesna Wallace scrive "Il tantra Kalacakra sostiene che non vi è alcuna distinzione tra il Buddismo e i gruppi eterodossi relativamente al modo in cui appare la realtà convenzionale. ... Pertanto, entro il sistema Kalacakra, tutti gli aspetti del mondo naturale divengono ambiti legittimi dell’indagine scientifica buddista, e la conoscenza dei diversi ambiti scientifici diventa un componente rilevante del Dharma buddista quale insieme delle verità verificabili. ... La conoscenza scientifica parziale è concepita come parte integrante della conoscenza scientifica definitiva."
David Reigle suggerisce che "Tra i diversi concetti della tradizione che si devono conoscere a fondo per comprendere il Kalachakra, ce ne sono molte che non appartengono al Buddismo.... Tra esse vi sono .... il sistema Sankya.... il Mandukya Upanisad .... e anche la tradizione giaina."
Tuttavia, come Vesna Wallace sottolinea, "in molti casi il tantra Kalachakra utilizza una terminologia tratta da altri sistemi, attribuendovi significati nuovi per incorporarli nello specifico modello Kalachakra della realtà convenzionale ". Perciò, sebbene nel Kalachakra si ricorra di frequente a terminologie di altri sistemi, spesso i concetti non sono semplicemente copiati, ma espressioni di altre tradizioni vengono usate per indicare concetti differenti.
Il tantra Kalachakra colloca la vita del Budda Shakyamuni nel IX secolo AC, e non nel VI secolo AC come generalmente creduto. Vi è anche una certa discordanza su quando il Budda Shakyamuni avrebbe insegnato il Kalachakra. In base a indicazioni specifiche negli insegnamenti, potrebbe essere avvenuto un anno dopo l’ottenimento dell’illuminazione, ma qualcuno sostiene che sia avvenuto un anno prima della sua morte. Secondo Sua Santità il 14° Dalai Lama, è logico pensare che sia successo al termine della sua vita, poiché il tantra Kalachakra riflette parecchi dei traguardi da lui raggiunti.
A tal fine si ricordi che i fatti storici sono spesso difficili da collocare. Ad esempio, secondo Sua Santità il Dalai Lama, Shambhala “ non è un luogo concreto realmente localizzabile” ed è "una terra pura nel regno degli esseri umani ". Pertanto ciò che segue può essere considerato un insieme di fatti storici e di dati storici tratti dal tantra Kalachakra.
Su richiesta del Re Suchandra di Shambhala (il primo re di Shambala veramente importante), il Budda Shakyamuni prese le sembianze della divinità Kalachakra e impartì questi insegnamenti avanzati a una grande assemblea di saggi nell’India meridionale , nella Stupa di Dhanyakataka (attuale Amaravati).
Mentre insegnava il tantra, Shakyamuni manifestò l’intero mandala kalachakra nella sua completa forma tridimensionale. Inoltre, un secondo mandala, detto il Mandala della Costellazione Gloriosa, apparve sul soffitto che rappresentava il cosmo, con pianeti e comete. Interessante che (forse per simboleggiare la relatività del tempo) l’intera iniziazione fu rapida come uno schiocco di dita, mentre al giorno d’oggi ci vogliono tre giorni per completarli.
Il Re Suchandra venne da Shambhala (alcuni dicono dal nord del Kashmir) per richiedere e ricevere la dottrina Kalachakra dal Budda Shakyamuni. Egli trascrisse gli insegnamenti e compose “Mula” o “Testo della Radice” del tantra Kalachakra, composto da 12.000 versi. Questo testo però non è giunto fino a noi. Su richiesta del Budda Shakyamuni, egli costruì un enorme mandala Kalachakra in tre dimensioni al centro del reame. Suchandra (vedi immagine a destra) fu il primo di una dinastia di sette re religiosi che insegnarono il Kalachakra ai sudditi di Shambhala. Morì 2 anni dopo aver ricevuto la dottrina del Kalachakra e gli succedettero 6 Re, ognuno dei quali regnò 100 anni su Shambala. Questi primi 7 sovrani sono detti i 7 Re-
I re che successivamente regnarono su Shambhala sono noti come i re Kalki, o re "Rigden"-
Il primo re Kalki, Manjushrikirti, parafrasò gli insegnamenti Kalachakra in una forma condensata e semplificata, detta "Sri Kalachakra" o "Laghutantra". Inoltre convertì un gruppo di preti bramini di Shambala al Buddismo e impartì loro l’iniziazione Kalachakra, al fine di riunire tutti gli abitanti in una sola "famiglia vajra" -
Il secondo re Kalki, Pundarika, scrisse un commento chiamato "Vimalaprabha" (Skt.) o "Luce inossidabile". Lo Sri Kalachakra e il Vimalaprabha costituiscono i testi fondamentali del sistema Kalachakra esistenti oggi nel mondo. Tutti gli altri testi disponibili sono commenti relativi a questi scritti essenziali.
Il testo Kalachakra Tantra comparve per la prima volta nel X secolo. La sua trasmissione attraverso i secoli seguì diversi lignaggi, distinti per alcune piccole differenze.
LA STORIA DESCRITTA NELLA TRADIZIONE KALACHAKRA
Molte delle profezie nella tradizione Kalachakra sono già relative al passato; ad esempio, il re Manjushrikirti (II secolo AC ) predisse l’arrivo del "Dharma barbaro" dopo 800 anni (600 DC).
La profezia inoltre afferma che durante il regno del ventunesimo re, Aniruddha (1927-
Si prevede che questo declino continuerà, finché la reincarnazione di Manjushri (e del Panchen Lama), Raudra Chakrin, salirà al trono nel 2327 (o 2424).
"Il cakravartin emergerà alla fine del tempo, dalla città che gli dei crearono sul Monte Kailasha. Ucciderà i barbari in battaglia con il suo esercito a quattro reparti, sull’intera superficie della terra. ... Raudra Kalki ucciderà Krinmati .... Poi andranno alla città che gli dei crearono sul Monte Kailasha dove vive Cakri. Allora, tutte le famiglie dell’uomo sulla terra godranno del dharma, di benessere e ricchezza. La terra selvaggia diventerà feconda e gli alberi si piegheranno sotto il carico di frutti – questo accadrà. "
In questo modo inizierà in tutto il mondo una età dell’oro, al termine dell’attuale “time of strife*”.
Il testo spiega che Raudra Chakrin arriverà su una nave spaziale (normale ai nostri giorni, ma certo non per i tempi in cui queste profezie vennero scritte) per liberarci dall’oscurità spirituale, dopo di che gli insegnamenti del Budda sopravviveranno per altri 1800 o 1000 anni.
Si possono trovare informazioni dettagliate al riguardo nel sito di Alex Berzin, che citiamo:
“Negli insegnamenti Kalachakra si trova una dissertazione di storia, con invasioni in diversi periodi”. Ci sono tante “bande selvagge, come vengono chiamate, che tentano di distruggere la civiltà e l’opportunità dei popoli di seguire la via spirituale. Alcuni esempi sono le invasioni dall’Asia centrale all’India, che hanno reso impossibile la pratica dell’Induismo e il Buddismo; i Mongoli e i Musulmani, ecc. Secondo una profezia del Kalachakra, in futuro avrà luogo un’altra grande invasione analoga, e una grande guerra. Questa guerra si combatterà nel 2424. Non sarà una guerra che distruggerà il pianeta, ma sarà probabilmente molto aspra. A questo punto però, il Re di Shambhala arriverà e sarà il protagonista buono; i cattivi saranno sconfitti e inizierà la cosiddetta Età dell’Oro.
Un aspetto molto interessante degli insegnamenti Kalachakra è l’abbondanza di indicazioni sociali sulle invasioni, sulle loro cause e su cosa fare per difendersi. Ad esempio: dovremmo considerare i nostri costumi ma anche quelli di coloro che intendono distruggere la nostra civiltà. Se sono simili, i nostri figli non vedranno molte differenze tra i genitori e gli invasori, e li accetteranno facilmente. Se la nostra prima reazione a una minaccia è la guerra e la violenza, gli invasori faranno lo stesso. Il Kalachakra inoltre mette in guardia sul pericolo di lasciare la scienza astronomica solo nelle mani degli "esperti" senza che nessun altro la comprenda più. Gli invasori potrebbero modificare le informazioni, e nessuno se ne accorgerebbe. Questo può essere rilevante anche nella contemporanea era informatica. Le giovani generazioni dipendono così tanto dai computer e dalle calcolatrici...non sono più in grado nemmeno di fare le moltiplicazioni o le divisioni...
Per rinascere in Shambhala, molti tibetani recitano preghiere, come quella del sesto Panchen Lama, che potete trovare qui (guardate sotto Shambhala).
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Shambhala – Il Regno Magico
'Che io possa rinascere presto in Shambhala, il forziere dei gioielli, e completare le tappe del percorso del Supremo Yoga Tantra.'
Da “Il Guru Yoga del Kalachakra” di Ling Rinpoche
Cos’è SHAMBHALA?
Shambhala, o "bde 'byung" in tibetano, significa "La fonte della felicità".
Il Regno di Shambhala assume un ruolo centrale nella dottrina del Kalachakra. Non solo il Budda storico Shakyamuni insegnò il Kalachakra tantra su richiesta del Re Suchandra di Shambhala, ma si dice anche che gli insegnamenti siano conservati in quel luogo. Si profetizza che fra qualche secolo, da Shambhala proverrà un impulso di rinascita spirituale del mondo.
Come si può vedere nell’immagine in basso a destra, Shambhala è generalmente raffigurata a forma circolare. Suddivisa come una Ruota-
Si dice che molte persone, compresi coloro che introdussero nel nostro mondo la dottrina del Kalachakra, l’abbiano visitata o che sia loro apparsa in visione. Tra coloro che ne hanno avuto visione, tuttora vivente è Khamtrul Rinpoche. Sul sito di Kalachakra.com si può leggere un breve resoconto delle sue visioni; cercate “Shambhala” e “Vision”.
Come ha sottolineato Sua Santità il Dalai Lama durante l’iniziazione Kalachakra in Bodhgaya nel 1985, Shambhala non è un Paese ordinario:
"Sebbene persone con legami karmici speciali possano in effetti andarci, non è un luogo fisico che si riesce a individuare. Si può solo dire che è una terra pura, una terra pura nel regno umano. E se non si possiedono i meriti e la vera associazione karmica, non ci si può arrivare."
A sud della città di Kalapa (capitale di Shambhala) è situato il Parco del Legno di Sandalo*, largo dodici yojana, come la città di Kalapa stessa. A est c’è il Lago Lesser Manasa*, largo dodici yojana, e a ovest il Lago del Loto Bianco*, di uguali dimensioni. Tra questi due giace il Parco del Legno di Sandalo*, al centro del quale si trova il grande Mandala Kalachakra costruito dal Re Suchandra (primo re di Shambhala), raffigurante gli dei e le dee composti dai cinque gioielli, di forma quadrata, largo quattrocento hasta. {Dal Vimalaprabha)
Si può parlare di tre Shambhala. la “Shambhala esterna” esiste come reame nel mondo esteriore, la “Shambhala Interna” è nascosta nel corpo e nella mente, e “l’Altra Shambhala” è il Kalachakra mandala con tutte le sue divinità.
Il viaggio esteriore verso Shambhala è strettamente legato alla pratica in fase avanzata di completamento del Kalachakra, gli ostacoli fisici sul cammino rappresentano le barriere interiori da superare nei centri della psiche. Tali barriere formano i nodi che bloccano il flusso di energia attraverso il sistema nervoso psichico; corrispondono quindi a deviazioni mentali, quali l’ignoranza e il vizio, che limitano la nostra consapevolezza. Facendoci largo attraverso i chakra, finché non si sono aperti tutti e quindi non si è liberata la mente più interna dalla sua prigionia arrivando fino al centro del cuore, intraprendendo il viaggio interiore a Shambhala, noi cerchiamo di riacquistare questa diretta consapevolezza di un bambino con tutto il senso di meraviglia e ammirazione. Ciò non si può fare tentando di tornare al passato e ridivenire piccoli. Abbiamo perduto l’innocenza che ci permetteva di sperimentare direttamente il mondo. Non possiamo semplicemente ignorare o far scomparire per magia il muro di preconcetti che ora oscura la nostra percezione. Dobbiamo affrontare noi stessi e capire cosa abbiamo fatto alle nostre menti. Solo comprendendo le nostre illusioni e il nostro attaccamento ad esse, potremo liberarci dal loro potere e risvegliare una consapevolezza fresca e diretta del mondo che ci circonda. Piuttosto che tornare indietro, dobbiamo andare avanti, verso una nuova e più saggia innocenza, che combina la meraviglia di un bambino con la saggezza di un saggio. Trattando gli eventi ordinari della vita quotidiana come abbiamo trattato gli aspetti magici del viaggio a Shambhala, potremo riuscire a rivelare gli aspetti segreti di noi stessi, che è necessario conoscere al fine di risvegliare la mente più profonda.
Si può perfino considerare la storia e la profezia di Shambhala come un’allegoria per il corso della vita in generale. Come iniziazione, la dottrina buddista del Kalachakra in India simboleggia la nascita di un bambino con la sua fresca, nuova visione della realtà. La perdita della vera religione nel mondo esterno rappresenta la perdita del bambino della sua consapevolezza e spontaneità, mentre cresce nella società che lo incoraggia a ignorare la sua natura interiore e a mentire a se stesso. Proprio come le dottrine barbariche prevalgono nel mondo, così i valori e le preoccupazioni degli altri si impossessano della sua mente, riempiendola di desideri conflittuali e di illusioni. Egli raggiunge così la fase simboleggiata dalle guerre che i barbari vittoriosi combattono tra loro. La maggior parte della gente non va oltre questa fase; rimangono incagliati nei conflitti della coscienza superficiale, incapaci di ottenere quello che vogliono, o di vedere se stessi come sono veramente. Coloro che raggiungono il successo mondano ... raggiungono la fase in cui si trova il re che riunisce tutti i barbari allo sbando sotto il suo dominio dittatoriale.. La battaglia finale e l’era dell’oro .. rappresentano la vera realizzazione della vita – l’ottenimento della vera maturità.
Questo mito [di costante miglioramento], che ci ha guidato per così tanto tempo, ora sta tuttavia raggiungendo il suo limite. Anche chi sembra averne beneficiato, chi vive nei quartieri alti o in altre oasi di prosperità, prova un senso crescente di noia e di mancanza di significato che porta spesso ad atti di violenza e di autodistruzione. Il mito del progresso in effetti sembra averci condotto nel periodo degenere del materialismo che si suppone debba precedere l’età dell’oro di Shambhala.
NOTE SULLA SIMBOLOGIA DI SHAMBHALA
96 Principati con Milioni di Città si riferisce alla nostra rete di nadis (canali energetici nel corpo).
Abitanti si riferisce all’energia [vento] nel nadis.
Anello Esterno di Montagne Innevate si riferisce alla pelle
Anello Interno di Montagne Innevate si riferisce al canale centrale
Due Laghi si riferisce ai canali laterali.
Ricchezza di Tutti gli Abitanti si riferisce ai tesori della mente.
Shambhala Interno può essere identificato con il chakra del cuore, ove si trova la mente più interna [più recondita].
Forma a 8 Petali delle Regioni di Shambhala rappresenta gli 8 nadis dal centro del cuore, ognuno serve uno degli 8 tipi di coscienze attraverso cui sperimentiamo noi stessi e il mondo. I 5 sensi, la coscienza di se stessi, o ego, la coscienza dei pensieri e la coscienza magazzino delle impressioni del passato. Secondo i testi, Shambhala ha la forma di un loto a 8 petali così gli yogi possono visualizzarlo come un mandala nei loro cuori [Dardo Rinpoche].
Luce Brillante dal Palazzo che trasforma la notte in giorno si riferisce alla brillante, chiara consapevolezza che disperde l’oscurità dell’ignoranza e dell’illusione.
Lucernari nel Palazzo del Re dotati di lenti per cogliere la vita su stelle e pianeti lontani si riferisce all’ampio raggio e portata della chiara luce della consapevolezza
Specchio Magico del Re che permette di osservare tutto da vicino si riferisce ai poteri veggenti della mente più interna.
Trono d’Oro del Re con 8 leoni si riferisce al potere e alla fermezza soggiacenti alla mente più interna.
Gemma che Realizza i Desideri si riferisce al potere della mente più interna di liberare se stessa.
Canne magiche, i “detentori del potere della mente" che hanno i 96 Re minori (che permette loro di inviare messaggi in qualunque luogo in un istante – telefoni cellulari!) si riferisce alla comunicazione efficiente e al controllo che i livelli più profondi della mente possono esercitare sul corpo e sulla coscienza.
Laghi simboleggiano i frutti della pratica spirituale; il lago Padma Karpo "Loto Bianco", implica che esso riflette la pura consapevolezza della mente più interna.
Parco Malaya o "Boschetto Fresco " si riferisce alla fresca e rigenerante consapevolezza della realtà, che estingue i dolorosi fuochi del desiderio e delle illusioni.
Pace e Armonia si riferisce al fatto che la gente di Shambhala non è più schiava dei conflitti e dei tumulti interiori.
Leggi Gentili e Nessuna Dura Punizione si riferisce al fatto che una volta raggiunto questo stato, non serve più la dura (auto) disciplina.
Demoni Sottomessi, gli abitanti hanno sottomesso i demoni e li hanno resi servi significa domare gli impulsi più selvaggi e usarli per raggiungere l’obiettivo.
Nessuna Perdita di Virtù nonostante gli abitanti godano di ricchezze e comodità significa l’essere oltre l’attaccamento che non permetterebbe di ottenere l’illuminazione.
Grande Distanza (di Shambhala) si riferisce alle recondite e misteriose regioni della mente inconscia.
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Introduzione ai Mandala
DIVERSI MANDALA
Nel Buddismo tibetano esistono due tipi di mandala; possono raffigurare l’Universo tradizionale (vedi immagine a sinistra), come si usa nel Rituale di Offerta del Mandala, dove simbolicamente si offre l’intero universo. Durante l’offerta si recitano preghiere di offerta del mandala.
Il tipo di mandala che approfondiremo qui rappresenta (tra le altre cose) la dimora di una specifica entità buddica, o divinità. I mandala in realtà sono costruzioni tridimensionali, e nella tradizione tibetana sono fatti come thangka (dipinti a pergamena), dipinti sui muri, disegni di sabbia e modelli tridimensionali fatti di legno,metallo ecc.
Al centro del mandala generalmente si trova l’entità buddica principale, a seconda della pratica specifica.
Il mandala è ricco di significati simbolici e può essere “letto” e studiato come un testo. Il mandala ha lo scopo di far conoscere allo studente il tantra, così permettendogli di identificarsi con la divinità al suo centro e la purezza che la circonda.
Il MANDALA KALACHAKRA
Sua Santità il Dalai Lama da: 'Il tantra Kalachakra, rito di iniziazione:
"Poiché le gravi incomprensioni che ne possono nascere sono più dannosi di una parziale rimozione della segretezza, ho incoraggiato una maggior apertura nella dimostrazione e accurata descrizione dei mandala.”
Il mandala è in effetti un fenomeno tridimensionale, e realizzarlo richiede molto tempo e molta esperienza, il che spiega perché modelli veramente tridimensionali sono assai rari.
Mandala di Sabbia
I mandala di sabbia sono usati nella maggior parte delle tradizioni (anche da Sua Santità il Dalai Lama) per una iniziazione Kalachakra.
La costruzione di un mandala Kalachakra bidimensionale in sabbia colorata di un paio di metri di diametro richiede un bel po’ di lavoro, poiché tutte le dimensioni devono essere in stretto accordo con la tradizione. Inoltre, durante il processo vengono recitate molte preghiere, perciò un gruppo di Monaci impiega circa 6 giorni di lavoro.
Il mandala di Kalachakra simboleggia sia l’universo intero (Kalachakra Esterno) in termini di pianeti e cicli temporanei, sia aspetti del corpo e della mente (Kalachakra Interno), e perfino la pratica (Altro Kalachakra).
Nella pratica del Kalachakra, si tenta di visualizzare il mandala completo, inclusi tutte le sue divinità e ornamenti, nei minimi dettagli entro lo spazio di una piccola goccia, ciò per esercitare la concentrazione su un singolo punto.
Ora è possibile scaricare gratuitamente il nostro speciale Kalachakra Screensaver, che include immagini del mandala Kalachakra. Funziona su sistemi operativi Windows, per installarlo è sufficiente unzippare il file e fare doppio click sul file per installarlo. Si può anche regolare la velocità e il numero di immagini in movimento a piacere, facendo doppio click sul desktop e scegliendo “properties” e “screensaver”.
L’Astrologia Tibetana
INTRODUZIONE
L’astrologia tibetana trae le sue origini da diverse tradizioni: indiana, cinese, la locale religione Bon e il Kalachakra tantra buddista.
Tradizionalmente l’astrologia era una delle cinque scienze secondarie in Tibet. Concerne non solo la divinazione, ma è anche utilizzata nello studio dei cicli temporali, della cronologia tibetana e la compilazione del calendario. Il calendario, nella forma di almanacco, è ancora molto importante nella vita di tutti i giorni dei tibetani, per assicurare che le loro attività quotidiane siano in armonia con il cosmo.
In generale, certi giorni della settimana e del mese sono considerati di buon auspicio per attività specifiche (dal matrimonio alla esposizione di bandiere con preghiere – perfino il taglio dei capelli); ma occorre anche considerare ogni giorno alla luce della carta astrologica dell’individuo relativa alla data di nascita. Inoltre, la posizione dei pianeti e i cicli degli elementi determinano la buona o la cattiva fortuna e la buona o cattiva salute.
Nei villaggi tibetani, gli astrologi consigliano la gente su praticamente ogni cosa: dal tempo meteorologico, il momento migliore per il raccolto, se e quando ci si debba sposare, fino a importanti accordi d’affari. Se l’esito fosse negativo, spesso vengono consigliate pratiche religiose per eliminare gli ostacoli, eseguite da monaci dei monasteri locali. Tradizionalmente un dottore in medicina tibetana (Amchi) avrà studiato anche astrologia per determinare, ad esempio, la tempistica appropriata per un trattamento. Di conseguenza, in molti villaggi il medico è anche l’astrologo; oltre a un insegnante buddista locale, lui/lei sarà probabilmente la persona più importante da consultare per ottenere consigli.
Alla nascita di un bambino, si controllano le carte astrologiche per verificare se siano necessari particolari riti per allontanare influenze negative dei pianeti. Per i defunti spesso si prepara una “carta di morte" per programmare l’esecuzione del funerale. Una esecuzione non appropriata può portare problemi alla famiglia e al deceduto.
L’astrologia tibetana non è fortemente legata solo alla religione; anche i medici tibetani studiano l’astrologia (e i testi religiosi) per determinare la tempistica dei trattamenti, ecc.
L’astrologia tibetana, “Naktsi”, ha origini prevalentemente cinesi,mentre l’astrologia “Kartsi” ha origini indiane.
ORIGINE DALLA “RELIGIONE SENZA NOME” TIBETANA
L’astrologia tibetana contemporanea conserva un sistema proveniente dall’antica “religione senza nome” del Tibet, che contempla cinque forze individuali (La -
La La si muove attraverso il corpo in cicli mensili, l’elemento Wangthang è lo stesso elemento che governa l’anno nell’astrologia cinese.
Quando le forze si indeboliscono, vengono prescritte numerose pratiche specifiche per ripristinarle, dal risparmio di vita di animali alla recitazione di mantra o l’esecuzione di riti particolari, come l’esorcismo.
Pagina contenente simboli tratti da un testo astrologico tibetano (da www.tibetart.com).
ORIGINI BON
La religione Bon era già diffusa in Tibet prima dell’introduzione del Buddismo. Tuttavia nei secoli molte pratiche buddiste si sono radicate nel Bon, e viceversa. A chi non conosce bene i robes*, l’iconografia o i riti, può perfino risultare difficile percepire una differenza.
L’astrologia è importante nel sistema Bon. Sono indicati metodi per la divinazione, la difesa contro le influenze negative, calcoli astrologici e diagnosi mediche.
Le quattro tipologie di sistemi di calcolo astrologico, secondo David Snellgrove, sono:
Lo specchio degli oroscopi magici
Il cerchio di Parkhas (trigrammi) e Mewas (quadrati magici in 9 colori) – origine cinese
La Ruota del Tempo (Kalachakra) degli elementi
Il metodo Jushak: calcolo dell’interdipendenza
Una divinità Bon molto importante si chiama Balchen Geko, che si dice governi il tempo e i tre mondi dell’esistenza. In tal senso la divinità è analoga al Kalachakra del Buddismo.
Il sistema tibetano si basa su un anno lunare di 360 giorni e cicli di 60 e 180 anni. Poiché l’anno è più lungo di 360 giorni, alcuni giorni raddoppiano, mentre altri vengono saltati in un modo complicato. Per adattare il calendario all’osservazione, occasionalmente viene inserito perfino un mese aggiuntivo.
ORIGINI CINESI
Dall’astronomia e astrologia cinesi originano concetti quali i Trigrammi dal I Ching, i nove quadrati magici, o Mewa, cicli di dodici e sessanta anni, i dodici animali, i cinque elementi, la dualità di Yin e Yang, ecc. La tradizione vuole che l’astrologia cinese sia stata introdotta in Tibet dalla principessa Kongyo nel 643, ma sono probabili influenze molto precedenti.
Due principali sistemi tibetani hanno origine cinese: “Naktsi” o “astrologia nera” (chiamato così in quanto in tibetano la Cina si chiama 'area nera), e l’”astrologia degli elementi” o Jungtsi.
I cinque elementi
I cinque elementi, o agenti, cinesi sono Terra, Acqua, Fuoco, Legno e Metallo; diversi dagli elementi che costituiscono l’universo nell’astrologia indiana: Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Etere.
Gli elementi cinesi sono forze naturali dinamiche di trasformazione -
Ciascun elemento presenta una relazione specifica con un’attività, un colore, un pianeta, un organo ecc. Gli elementi hanno relazioni specifiche tra di loro, descritte come Madre, Figlio, Amico e Nemico. Possono inoltre avere una polarità femminile o maschile, in maniera analoga allo Yin e Yang.
L’immagine sopra mostra alcuni aspetti discussi sotto:
Sulla pancia della Tartaruga cinese al centro si trovano i nove Mewa, circondati dagli 8 Trigrammi, accanto vi sono i dodici animali. Il simbolo del Kalachakra, dieci volte più potente, si trova in alto a sinistra, vicino a Chenrezig, Manjushri e Vajrapani.
I Dodici Animali
I dodici animali: Ratto, Vacca, Tigre, Lepre, Drago, Serpente, Cavallo, Pecora, Scimmia, Uccello, Cane e Maiale sono associati a ore, giorni, mesi e anni. Ogni animale è collegato a un elemento che rappresenta la sua forza vitale, una direzione, un sesso specifico e certe caratteristiche della personalità. Gli animali possono andare d’accordo o meno su diversi livelli.
Ogni anno è la combinazione di un animale e un elemento. Ciò porta a cicli di 12 x 5 = 60 anni. Inoltre, i mesi sono in alternanza maschi o femmine
Le nove Mewa
Le “nove mole” o 'nove isole colorate” derivano dal I Ching e dalla numerologia cinese. Ognuna delle nove Mewa è associata a un colore, una direzione e un elemento. Ad esempio, le tre bianche (1, 6 e 8) sono metallo. Ogni giorno, mese e anno, le Mewa si muovono.
Gli Otto Trigrammi (Parkhas)
Rappresentano l’equivalente dei pa-
Origini indiane
E’ probabile che l’astrologia tibetana abbia avuto influenze indiane, tanto quanto cinesi. Anche in questo caso, il nome tibetano per l’India, “area bianca”,ha portato al termine “astrologia bianca”. La civiltà indiana agli inizi della sua storia ebbe molti scambi culturali con il mondo esterno, il che si riflette in uno zodiaco identico a quello mesopotamico (dodici segni e dodici case) e i diffusi decani. Più tardi tuttavia intervennero differenze, ad esempio con l’allontanarsi della maggior parte degli altri sistemi dall’antico zodiaco siderale, che è invece rimasto nella tradizione indiana. Anche i sistemi cinese e indiano potrebbero avere origini comuni negli albori della storia. Esistono analogie, ad esempio, tra le 28 costellazioni lunari cinesi e i 27 o 28 Naksatra indiani (dai Veda), e l’importanza dei nodi lunari, Rahu e Ketu.
Segni dello zodiaco
Il sistema indiano si basa sull’osservazione del sole, della luna e dei pianeti come l’astrologia occidentale. Il cielo notturno appare come un globo punteggiato di stelle che circondano la terra. Nell’arco di un anno, il sole si sposta lungo questa distesa di stelle e completa un ciclo. Questo ciclo è suddiviso in 12 sezioni, chiamate i segni dello zodiaco. L’astrologia occidentale segue i cicli del sole relativamente alle stagioni, mentre il sistema tibetano-
L’astrologia indiana menziona 27 case lunari (Naksatra), ma poiché una comprende due costellazioni adiacenti, copre 28 costellazioni. Ognuna di queste case è associata a un elemento indiano (Vento, Fuoco, Acqua, Terra). Nel sistema tibetano le case lunari sono anche state collegate agli elementi e alle direzioni cinesi.
Pianeti
Sia i segni zodiacali sia le case lunari sono governate da un pianeta specifico, nell’ordine: Ketu, Venere, Sole, Luna, Marte, Rahu, Giove, Saturno, Mercurio. (Ketu e Rahu sono nodi della luna.) Il governo dei pianeti sui segni è lo stesso dell’astrologia occidentale.
KALACHAKRA
Il sistema tantrico Kalachakra contiene non solo un vasto sistema di pratiche religiose, ma anche un bagaglio di conoscenza medica. Al centro del sistema si trova il noto concetto di “come sopra, così sotto”, la corrispondenza tra l’universo esterno e i processi fisici e mentali interiori negli esseri umani. Descrive l’interazione dei fenomeni umani e cosmici con il tempo e costruisce un completo sistema di astrologia indiana.
Di particolare interesse è il fatto che questa tradizione contiene tutti gli elementi dell’astrologia indiana, ma si fonde con principi cinesi. I tibetani adottarono il ciclo di 60 anni nel 1027, poiché era insegnato sia nel Kalachakra tantra, sia nella tradizione cinese.
Interessanti informazioni al riguardo sono disponibili su www.tibetan-
IL BUDDISMO
Si può dire che praticamente tutti gli aspetti della cultura tibetana sono fortemente influenzati dal buddismo. Anche la mitologia è stata “buddificata” nei secoli. In Tibet, generalmente un maestro (lama), monaco o laico, sarebbe l’astrologo locale. Se vive in un monastero, sarà responsabile di creare il calendario per le pratiche e feste religiose.
La seguente leggenda è tratta da “Astrologia Tibetana” di Philippe Cornu. E’ basata sulla manifestazione di un Budda chiamato Manjushri (vedi immagine), personificazione di saggezza e conoscenza. I maestri tibetani invocano Manjushri all’inizio di qualsiasi attività astrologica.
"All’inizio dell’era attuale, kalpa, mentre l’universo futuro era ancora un immenso caos, Manjushri generò dalla sua mente una gigante tartaruga d’oro, e questa tartaruga emerse dalle acque dell’oceano primordiale. Vedendo in sogno che l’universo in formazione necessitava di una base stabile, Manjushri infilzò il fianco della tartaruga con una freccia d’oro. L’animale ferito si capovolse sulla schiena e affondò nell’oceano, espellendo sangue e escrementi, dai quali vennero generati gli elementi costitutivi dell’universo. Il creato da allora poggiò sulla pancia piatta della tartaruga, sopra la quale Manjushri scrisse tutti i segreti dei tempi a venire nella forma di geroglifici sacri."
Poiché l’astrologia tibetana è così direttamente legata alla religione, è considerata un metodo pratico per ridurre l’incertezza e la sofferenza. La giusta motivazione che deve animare gli astrologi è la compassione (desiderare che gli altri siano liberi dalla sofferenza), e come tale l’astrologo non è diverso da un praticante spirituale, un medico o un maestro buddista.